L’oro crolla per Trump? Forse, ma non soltanto!

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La prima metà di novembre è stata incentrata sulle elezioni americane, con la vittoria di Donal Trump, che ha rafforzato il dollaro e conseguentemente spinto al ribasso l’oro. Ma un market mover significativo per il metallo giallo è arrivato dal fronte asiatico, con la demonetizzazione indiana lanciata proprio l’8 novembre.

Il governo ha tolto dalla circolazione, con un preavviso di poche ore, le banconote da 500 e 1000 rupie, cercando di aumentare la porzione di transazioni digitali e di contrastare l’economia sommersa (sin qui ottenendo scarsi risultati). Questa decisione ha inciso in maniera significativa sulla domanda del paese di metallo prezioso, provocandone un netto declino. La frenata degli ultimi due mesi dell’anno ha contribuito ad un 2016 decisamente non brillante sul fronte indiano, spingendo la domanda in arrivo dal paese ai minimi dal 2003. Secondo le stime di GFMS l'import si è infatti attestato appena sotto quota 500 tonnellate (in gran parte poi ridestinate all'esport).

Di fatto il problema indiano legato all’oro rimane e appare difficile trovare una soluzione alternativa all’import a meno di smobilizzare le circa 25.000 tonnellate di oro detenute dalle famiglie del paese, spesso in seguito ai ricchi matrimoni. Un’operazione finora non riuscita, se non in minima parte, al governo indiano.