Cambio euro/dollaro sotto quota 1,20

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Il dollaro sta dominando la scena sui mercati valutari, con una gran rimonta che ha portato il cambio euro/dollaro sotto quota 1,20, mentre sterlina/dollaro è crollata dai massimi a ridosso di 1,44 fin sotto 1,36. In estrema sintesi gli operatori stanno investendo sulla divisa americana, ma procediamo con ordine per spiegare la rimonta del dollaro. Il 2017 era stato segnato sul Forex Market dalla debolezza della valuta americana, con il cambio euro/dollaro volato da 1,05 a 1,20. Gli investitori in qualche modo sembravano non credere alla serie di rialzi dei tassi prevista dalla Federal Reserve, mentre si iniziava a ponderare la possibilità di un successore di Mario Draghi – che concluderà il suo mandato alla BCE nell’autunno 2019 – in versione falco. Per contro il primo trimestre 2018 era apparso all’insegna dell’assestamento, con le quotazioni del cambio fra euro e dollaro americano ingabbiate in uno stretto trading range fra 1,22 e 1,25. Sul finire di aprile è arrivato un movimento direzionale significativo, con la rottura ribassista del supporto collocato a 1,22, che ha rapidamente spinto il cambio euro/dollaro sotto la soglia di 1,21. Il movimento di apprezzamento del dollaro è proseguito e l’EUR/USD ha rotto al ribasso anche gli 1,20, toccando dei minimi a 1,195. Dal punto di vista tecnico il segnale è quello di una progressiva forza della banconota americana. I tassi negli Usa sono ormai all’1,50 – 1,75% e dovrebbero superare il 2% entro la fine dell’anno, arrivando al 2,25 o al 2,50%. Questo sta creando un crescente gap con l’Europa. I tassi della BCE, infatti, sono ancora fermi a zero e lo rimarranno per tutto il 2018. Anzi, in autunno Mario Draghi, vista la bassa inflazione europea, potrebbe decidere di prolungare ancora il Quantitative Easing. Magari con valori più bassi, ma si tratterebbe pur sempre di misure di stimolo all’economia, che porterebbero gli operatori a vendere ancora euro (e conseguentemente il dollaro a rafforzarsi e la coppia euro/dollaro a indebolirsi).

GBP/USDMa non si muove soltanto il cambio euro dollaro. Sempre sul forex market, infatti, la banconota americana appare in forte recupero anche nei confronti della sterlina, con una rapida discesa da 1,437 fino a 1,355. Sul cambio GBP/USD il movimento ha dunque ampiamente superato in termini percentuali quanto visto sul cambio euro/dollaro. Anche in questo caso pesa la crescente divergenza fra i tassi, con la Bank of England ferma allo 0,50%. I mercati si attendevano due rialzi dei tassi da parte della Bank of England nel corso del 2018: lo scenario è però cambiato dopo i deludenti dati del PIL inglese, salito soltanto dello 0,1% nel primo trimestre del 2018, ben meno delle attese che erano per un ben più consistente 0,3%. Gli investitori puntano sul dollaro anche nei confronti dello yen. In questo caso il differenziale dei tassi è ancora più ampio, avendo la Bank of Japan tassi di riferimento negativi a -0,10% ormai da tempo. Lo scenario sui mercati valutari è dunque quello di un dollaro in progressivo rafforzamento. Il movimento è ampio e non coinvolge soltanto il cambio euro dollaro, come emerge esaminando l’andamento del dollar index, che ha recuperato quota 90, per portarsi verso i 92 punti, testimoniando la ripresa della divisa americana sul mercato valutario.