Dal 3 giugno in Italia “la liberazione dal fisco”. Il carico fiscale copre i primi cinque mesi dell'anno

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La pressione fiscale resta alta, nonostante la leggera discesa degli ultimi anni, tanto da richiedere 5 mesi ai cittadini prima di iniziare a guadagnare al netto delle imposte. "Abbiamo passato l' l'ultimo giorno dell'anno in cui lavoriamo per il fisco; dal 3 giugno, infatti, scatta il tanto sospirato giorno di liberazione fiscale". Lo ricorda Paolo Zabeo, coordinatore della Cgia, l’ormai celebre Ufficio Studi dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre.

Cosa vuol dire? La Cgia ha calcolato che nel 2017 la data in cui iniziamo a lavorare per noi stessi decorre dal 3 giugno.  "Incluse le festività – prosegue Zabeo - nel 2017 sono stati necessari 153 giorni per scrollarci di dosso la morsa del fisco; ben 38 giorni in più rispetto al dato registrato nel 1980".  

"Lavorare 5 mesi su 12 per lo Stato - dice Zabeo - dà l' idea di quanto eccessivo sia il nostro fisco. Al netto del peso dell'economia sommersa, sui contribuenti fedeli al fisco grava una pressione fiscale reale che sfiora il 50%, un carico che non ha eguali in Europa" e che ha progressivamente contribuito all’impoverimento delle classi medie. Per la cronaca nel 2011 e nel 2012, gli anni peggiori in tutti i sensi, la data di liberazione coincideva con il 9 giugno.

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