Investire nel COBALTO: è ancora il momento?

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Gli investitori che hanno puntato sul cobalto nei primi sei mesi del 2017 hanno ottenuto un rendimento un rendimento a due cifre, anzi quasi a tre cifre. Le quotazioni del cobalto infatti sono salite dai 32.000 alla tonnellata di gennaio fino a superare i 60.000 dollari al London Metal Exchange, dove sono negoziate quotidianamente dal 2010. 

Ma è ancora il momento di investire sul cobalto o le quotazioni hanno ormai corso troppo? La domanda risulta molto attuale, considerando la grande corsa degli ultimi 18 mesi. Infatti il cobalto nel febbraio 2016 era scambiato sotto i 22.000 dollari alla tonnellata. Il trend ha però cambiato direzione, iniziando un importante percorso di risalita che ha portato il cobalto a sbriciolare il precedente record di 47.000 dollari per tonnellata raggiunto nell’aprile 2010. Le ragioni alla base della salita del prezzo del cobalto sono molteplici, le abbiano studiate in numerosi articoli. (analisi cobalto)  - (Cobalto e Trump)

Cosa spinge al rialzo il prezzo del cobalto?

cobaltoIl primo fattore che spinge la domanda di cobalto è legato alla crescita delle auto elettriche. Nel 2014 la casa automobilistica americana Tesla ha annunciato l’apertura della Gigafactory, la nuova fabbrica di batterie agli ioni di litio, ideata per bypassare il controllo della produzione di batterie del sudest asiatico. Uno degli elementi chiave per la produzione di queste batterie al litio risulta essere il cobalto, materia prima chiave insieme al litio per questo nuovo mercato delle auto elettriche. Oltre alle vicende legate alle auto elettriche pesano anche le aspettative per la domanda che arriva dal settore bellico. Donald Trump potrebbe infatti generare una crescita della strumentazione bellica, che utilizza il cobalto, dal fronte statunitense. Ma anche la domanda cinese è ancora in crescita.

Nel frattempo si sono scatenati gli speculatori, con l’ingresso (o meglio il ritorno) nel settore di alcuni importanti fondi di investimento, che hanno rastrellato il mercato, posizionandosi long sul cobalto e spingendo il prezzo del metallo.

Le acquisizioni di Glencore nelle miniere di cobalto

Glencore, una delle maggiori aziende minerarie, nel febbraio 2017 è diventata l’unica proprietaria della prima miniera al mondo, situata nella parte meridionale della Repubblica Democratica del Congo, la Mutanda Mining. Glencore ha acquisito il 31% ancora non di sua proprietà da Dan Gerler/Fleurette Group, confermando il grande interesse per il metallo. Un investimento sulla miniera che ha prodotto 24.500 tonnellate di cobalto nel 2016 che pare azzeccato vista la salita delle quotazioni del metallo. Glencore ha accresciuto la sua quota anche nelle miniere di Katanga.

Come investire sul cobalto?

glencoreIl mercato di riferimento per la negoziazione del cobalto è il London Metal Exchange di Londra. L’accesso ai futures del LME non risulta possibile per i trader privati. Al momento non registriamo la presenza di ETF/ETC sul cobalto. E’ tuttavia possibile investire sulle aziende operanti nel settore. Si pensi a LiCo Energy Metals, small cap quotata a Toronto. Le azioni di questa azienda erano scese ad appena 0,02 nel 2015. Il rally del cobalto le ha riportate fin sopra i 20 centesimi ad inizio 2017, per poi assestarsi intorno ai 13-15 centesimi.  

La lista di aziende operative nel cobalto è lunga, anche se molte di queste imprese estraggono numerosi altri metalli. Il cobalto rappresenta dunque una frazione, spesso minoritaria, della loro produzione (spesso producono oro, argento, rame). Fra queste ricordiamo Glencore, prima azienda al mondo nel settore, anche dopo le ultime acquisizioni (miniera di Mutanda e Katanga). Ma anche China Molybdenum, parzialmente controllata dal governo cinese, con una produzione nel 2016 di 9.314 tonnellate di cobalto. Ricordiamo anche Fleurette Group (da cui Glencore ha rilevato parte delle miniere di Mutanda e Katanga), con una produzione di 7.595 tonnellate nel 2016. Da seguire anche Vale, quotata al NYSE, con oltre 5.200 tonnellate prodotte nel 2016 e 30 miliardi di ricavi, generati, oltre che dall’estrazione di cobalto, anche da oro e argento e rame.