L'euro chiude la settimana in calo contro le principali valute. Più lontano un rialzo dei tassi della BCE

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In pochi giorni lo scenario sui mercati valutari è radicalmente cambiato. La settimana era iniziata con gli investitori propensi a vendere il dollaro, sulla scia dello stop rimediato da Trump nel processo di riforma all'Obamacare, una battuta d'arresto che secondo molti potrebbe lasciare strascichi, complicando anche le riforme fiscali. Giovedì, però, sono arrivati i dati sull'inflazione tedesca, ben al di sotto delle attese, seguiti a ruota da quelli spagnoli, anche in questo caso in calo. La situazione si è ripetuta con quelli italiani e quelli francesi al venerdì, per un dato complessivo nuovamente ben lontano dal 2%, target della BCE. In questo scenario sono crollate a picco le possibilità di un rialzo dei tassi di interesse da parte della BCE nel meeting di dicembre, più che dimezzate dal 56 al 24% in poche ore.

Ne ha ovviamente risentito l'euro che, dopo aver iniziato l'ottava sopra quota 1,08 contro il dollaro ed aver anche toccato la soglia di 1,09, è sprofondato sotto 1,07, chiudendo le contrattazioni in area 1,065, con un calo settimanale superiore al punto e mezzo percentuale. La moneta unica ha perso terreno anche nei confronti della sterlina, scivolando sotto quota 0,86, mentre il cambio contro lo yen giapponese è calato per la terza settimana consecutiva, chiudendo a 118,65.