Perchè le borse salgono?

Pubblicato in News

 

Perché le borse salgono? Nonostante il coronavirus le borse continuano ad essere impostate al rialzo, mentre l’oro non riesce a superare quota 1.750 dollari l’oncia, in uno scenario dominato dal risk on. Ormai non è più una novità, ma l’intero comparto azionario resta ben intonato. La grande paura sembra almeno in buona parte passata e gli investitori sono tornati a comprare a mani basse azioni. Dopo il crollo registrato nella prima metà di marzo, le borse hanno via via iniziato a limare le perdite, con una ripresa diventata con il passare delle settimane sempre più corposa.  Il mese di aprile è stato caratterizzato da forti recuperi in quasi tutti i comparti, poi confermati a maggio, mentre le prime sedute di giugno hanno accentuato il momento positivo delle borse, con una nuova accelerazione rialzista.

Perché le borse salgono nonostante il coronavirus?

Sono in molti a chiedersi quali siano le ragioni che giustificano la ripresa dei listini azionari registrata nel secondo trimestre 2020. La possiamo correlare verosimilmente a due ragioni, sintetizzando il tutto. Da un lato l’impatto del coronavirus, seppur con un numero di morti elevatissimo, pare destinato a ridursi con il passare del tempo, mentre appare – almeno per il momento – meno probabile la necessità di dover fermare nuovamente le economie di mezzo mondo, con quello che è stato definito “lockdown”. In secondo luogo, le Banca Centrali hanno mostrato i muscoli, con risposte sin qui molto convincenti, che provano a contenere la crisi finanziaria che i Paesi si troveranno, seppur in maniera diversa, a dover affrontare nei prossimi mesi.

Indici azionari americani in forte rialzo

trading onlineIl Nasdaq si è portato sui massimi storici, quasi incurante della crisi derivante dal coronavirus, mentre l’indice S&P500, che raccoglie le cinquecento azioni maggiormente capitalizzate di Wall street, è risalito sopra i 3.100 punti. In merito al Nasdaq, indice che raggruppa i titoli del settore tecnologico americano, va menzionato come vi siano numerose aziende, fra cui Amazon e Netflix, che non hanno affatto patito la crisi, vedendo incrementato il loro giro d’affari in questi ultimi mesi di pandemia. 


L’indice FTSE Mib rivede i 20.000 punti

Il FTSE Mib è rimbalzato di oltre 30 punti percentuali di minimi di metà marzo, risalendo da 14.500 sino a toccare quota 20.000 punti. Il principale paniere della borsa azionaria milanese si trova ancora circa 5.000 punti sotto i massimi di febbraio, ma ha ormai recuperato circa metà delle perdite. La rimonta delle ultime settimane è stata guidata dal titolo Enel, che è risalito da meno di 6 euro per azione sin verso i 7,5 euro. Si sono però messi in luce, dopo mesi di sofferenza, anche i titoli del settore bancario. Intesa Sanpaolo, dopo aver a lungo stazionato fra 1,30 e 1,40, ha guadagnato circa il 20%, andando a posizionarsi fra oltre quota 1,70, mentre Unicredit è risalita da meno di 7 euro fin oltre 8,50. I recenti interventi della BCE ed il calo dello spread fra i titoli di Stato italiani ed i corrispettivi tedeschi hanno senz’altro dato una mano in tal senso.  

Le azioni del FTSE Mib che salgono

Torna a salire anche l’azione di FCA, nonostante i pessimi dati sulle nuove immatricolazioni a livello globale nei mesi di marzo ed aprile, in conseguenza al lockdown generalizzato. Il titolo dell’azienda automobilistica, crollato fino a 5,50 euro nel mese di marzo, è risalito sino a superare i 9 euro, con un rimbalzo superiore al 60% dai minimi. Il rally del colosso farmaceutico Diasorin ha portato il titolo sin oltre quota 200 euro per azione, prima di un salutare storno verso l’area 165 euro. Da segnalare, poi, il recupero di Ferragamo, che dopo essere sceso in area 10 euro a metà maggio, è risalito con forza a inizio giugno sino a superare i 14 euro per azione. La ripresa del petrolio ha favorito la ripartenza di Eni, la cui ha azione è risalita oltre quota 9 euro, dopo i minimi in area 6,50 euro di marzo. Fra i titoli azionari petroliferi recupera anche Saipem, tornato sopra i 2,50 euro, mentre Tenaris ha superato i 6,50 euro.