Tether - Come funziona e cosa sono le Stablecoin

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Tether: il gigante delle stablecoin

In un ecosistema digitale segnato da una volatilità costante, dove Bitcoin ed Ethereum guidano la corsa delle criptovalute sperimentando oscillazioni di prezzo spesso vertiginose, una moneta ha conquistato la fiducia degli utenti per la sua solidità: Tether (USD₮). Diventata ormai la terza criptovaluta al mondo per capitalizzazione di mercato, oltre 186 miliardi di dollari, Tether rappresenta il punto di riferimento per chi vuole muovere fondi e proteggersi dall’incertezza tipica dei mercati crypto. Anche in questo caso, però, i rischi non mancano, come in tutte le criptovalute.

Stablecoin: cosa sono e perché servono

L’adozione delle stablecoin nasce come risposta diretta alla volatilità delle principali criptovalute. Questi strumenti digitali sono progettati per mantenere un valore stabile, solitamente ancorato a una valuta fiat come il dollaro o l’euro. Grazie alla loro stabilità, le stablecoin consentono agli utenti di operare con maggiore sicurezza, riducendo gli effetti degli improvvisi “alti e bassi” tipici di Bitcoin, Ethereum, Ripple e altri asset.
Le stablecoin sono quindi diventate la base operativa per milioni di utenti in tutto il mondo: facilitano scambi tra crypto, permettono pagamenti internazionali e risultano fondamentali nella finanza decentralizzata (DeFi), dove costituiscono la riserva di valore ideale per diversi protocolli.

Un altro punto di forza delle stablecoin è la loro facilità di integrazione con wallet digitali e piattaforme di scambio. Rispetto alle valute tradizionali, permettono di inviare e ricevere fondi in pochi istanti, abbattendo costi e limiti tipici dei sistemi bancari, anche grazie all’assenza di intermediari.

Come funziona Tether

Tether si distingue nel panorama delle stablecoin per il suo meccanismo di ancoraggio diretto al dollaro statunitense: ogni token USD₮ in circolazione è supportato da una riserva di valore equivalente, così da essere sempre convertibile 1:1 con il dollaro. La creazione dei token non avviene tramite mining, ma tramite un processo centralizzato di “coniatura” (minting): l’emissione di nuovi Tether avviene solo a fronte di depositi reali e viene gestita dalla società Tether Limited.

Le garanzie di valore sono assicurate dalla presenza di asset reali e liquidi in portafoglio. In base all’ultimo report (audit del settembre 2025), le riserve di Tether sarebberono composte principalmente da liquidità, strumenti equivalenti e titoli del Tesoro americano (circa il 77%), oltre a una componente di metalli preziosi (7%), Bitcoin (5%), altri investimenti (2%), prestiti garantiti e una piccola quota di obbligazioni societarie. Questi dati, pubblicati regolarmente e revisionati da società indipendenti, garantiscono trasparenza e alimentano la fiducia degli investitori.

Una caratteristica fondamentale di Tether è la disponibilità multichain: USDT è infatti disponibile sulle principali blockchain, tra cui Ethereum, Tron, Solana, Polygon e Avalanche, offrendo agli utenti una versatilità d’utilizzo che nessuna altra stablecoin riesce a eguagliare.

USD₮ nella vita reale: trading e transfer globali

Uno dei motivi principali del successo di Tether si ritrova nella flessibilità d’uso. In ambito trading, USD₮ rappresenta lo strumento favorito per chi vuole mettere temporaneamente al riparo capitali dai movimenti imprevedibili delle crypto, senza abbandonare il mondo digitale. Tramite USD₮, un trader può vendere Bitcoin o Ethereum in momenti di picco e “parcheggiare” i profitti su un asset stabile; allo stesso modo, può rientrare rapidamente nei mercati quando le condizioni tornano favorevoli, senza le tempistiche o i costi tipici dei trasferimenti bancari.

Oltre al trading, Tether è ampiamente usato per effettuare pagamenti e trasferimenti internazionali. Spostare fondi fra continenti, pagare fornitori o inviare denaro a familiari tramite USD₮ non solo è rapido, spesso si conclude in pochi minuti, ma consente di evitare le alte commissioni e gli orari limitati delle banche tradizionali. Qualunque utente con un wallet compatibile può ricevere e utilizzare Tether, beneficiando della stabilità ancorata al dollaro e della libertà tipica della blockchain.
In paesi soggetti a instabilità valutaria, Tether viene utilizzata come strumento di protezione del risparmio, offrendo una copertura dall’inflazione locale e dal crollo delle monete nazionali.

Perché scegliere Tether rispetto alle valute fiat?

L’uso di Tether (USD₮) comporta numerosi vantaggi rispetto alle valute convenzionali. Le operazioni bancarie internazionali sono spesso lente, costose e limitate da orari e giorni festivi. Inoltre, in molti Paesi la conversione da crypto in valuta reale (fiat) comporta pratiche fiscali complesse e, spesso, la tassazione delle plusvalenze.

Muovendosi all’interno dell’ecosistema crypto e scambiando direttamente tra asset digitali come BTC e USD₮, è invece possibile conservare liquidità senza soluzione di continuità e, talvolta, semplificare la gestione fiscale a seconda delle normative vigenti. Tether permette una maggiore flessibilità operativa, riducendo al minimo i vincoli burocratici.

I rischi: fiducia, regolamentazione e trasparenza

Nonostante i molteplici vantaggi, l’utilizzo di Tether non è privo di rischi. Anzi... Il primo aspetto critico è quello della fiducia nell’emittente: la solidità di USD₮ dipende dalla reale esistenza delle riserve e dalla trasparenza nella loro gestione. Pur pubblicando regolarmente report certificati, Tether è stata protagonista di controversie e indagini, e ogni dubbio sulla copertura effettiva può ripercuotersi pesantemente sia sul token sia sul mercato.

C’è poi il rischio regolamentare: le stablecoin sono costantemente monitorate dalle autorità finanziarie di molti Paesi e nuove normative potrebbero modificarne profondamente la natura e l’utilizzo, introducendo divieti, blocchi o nuovi obblighi di compliance.

A questo si aggiungono i rischi tecnologici, comuni a tutto il mondo crypto: vulnerabilità degli exchange, hacking, errori operativi e problemi di sicurezza possono incidere sia sulla gestione dei fondi che sull’accessibilità delle proprie risorse digitali.

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