Theresa May pronta a chiudere le frontiere agli europei a metà marzo

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Resta alta la tensione fra Regno Unito ed Europa, con le vicende legate alla Brexit  e la richiesta della Scozia di un nuovo referendum per l’indipendenza che animano lo scenario politico ed i mercati finanziari.

Nella prima mattinata hanno iniziato a circolare dei report che vorrebbero Theresa May pronta a chiudere le frontiere in appena due settimane, non appena sarà invocato l’articolo 50. Di fatto non sarebbe garantita la possibilità di accedere al welfare, così come il diritto automatico di rimanere nel Regno Unito in maniera permanente. Sarebbero invece mantenuti tutti questi diritti per i cittadini europei già presenti nel Regno Unito prima di tale data, a patto che l’UE li garantisca ai britannici residenti in Europa.

Si ipotizza dunque un nuovo regime di “visti” per muoversi fra Europa e Regno Unito in questa sfida che pare essere appena iniziata. Il Telegraph ipotizza anche che sia in arrivo una battaglia fra Europa e UK sulle date, in quanto Bruxelles vorrebbe che questi diritti fossero garantiti fino al 2019 (come da regolamenti europei, così come l’accesso al Mercato Unico Europeo dovrebbe essere garantito ai britannici fino al 2019, cioè due anni dopo l’invocazione dell’articolo 50).

Ma i problemi di Theresa May non finiscono qui: da un lato la camera dei Lord si prepara a battagliare i piani di “hard Brexit” (o per usare le parole di Tony Blair di “Brexit a tutti i costi”) del Governo, mentre sul fronte settentrionale del paese la Scozia è sul piede di guerra, con la richiesta per un nuovo referendum che sembra ormai ad un passo. Tant’è che Downing Street si è affrettata a dire che non ci dovrà essere nessun nuovo referendum sul tema. Una risposta che non basterà sicuramente a creare le acque, con il crescente rischio di una frattura costituzionale.

Intanto sui mercati, dopo la caduta di venerdì scorso, la sterlina prova a recuperare terreno, risalendo verso quota 1,247 nei confronti del dollaro, con le quotazioni che si stanno muovendo in laterale ormai da alcune settimane fra 1,24 e 1,265. Il pound resta debole anche nei confronti della moneta unica, con il rapporto euro/sterlina sopra quota 0,85, con la moneta inglese che dal voto del 23 giugno scorso ha perso circa il 12% del suo valore contro l’euro ed il 17% contro il dollaro.