Elkann: "Gedi" operativo entro giugno

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Nasce Gedi, è dunque al via la megafusione dei gruppi La Stampa e L’Espresso. “Con la fine di giugno dovrebbe essere operativa la fusione tra il gruppo editoriale La Stampa e L'Espresso che ha dato vita a Gedi”, l’affermazione del presidente del gruppo editoriale La Stampa John Elkann è stata rilanciata da Reuters. Il rampollo di casa Agnelli ha inoltre ribadito che "spero che entro la prossima settimana si possa chiudere l'operazione di consolidamento con il gruppo Espresso. La massa critica è fondamentale per la sostenibilità delle imprese editoriali". L’occasione, sicuramente simbolica per l’argomento trattato, è stata data dai festeggiamenti per i 150 anni de La Stampa. Il quotidiano torinese, che sta accusando come l'intero settore un calo di vendite, potrebbe vedere crescere le prospettive di un futuro giocato da riserva, alle spalle di una stella come La Repubblica, anch’essa in calo di numeri. Proprio mentre il Corriere di  Urbano Cairo potrebbe puntare, grazie anche a Gramellini, a rubare parte dei lettori del nord ovest a La Stampa

Facendo un passo indietro di un paio di mesi, John Elkann aveva scritto agli azionisti una lettera in cui riaffermava come il “gruppo che nascerà dall’integrazione del gruppo L’Espresso (editore di Repubblica) e Itedi (editore de La Stampa e de Il Secolo XIX) si chiamerà Gedi”. Secondo Elkann “Gedi avrà ricavi complessivi di circa 700 milioni, una redditività tra le più alte del settore, e non avrà debito. Saprà unire la forza di numerose testate storiche e autorevoli come La Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX e i molti giornali locali di Finegil, con una diffusione media aggregata (carta più digitale) di circa 740.000 copie al giorno, più di 5,8 milioni di lettori e circa due milioni e mezzo di utenti digitali unici al giorno. Nel corso del 2017 le azioni della società risultante dall’integrazione saranno distribuite agli azionisti di Fca, ed Exor diventerà il suo secondo più grande azionista».  Numeri forse un po’ ottimistici, interessante era la conferma del presidente di Exor a rimanere nel campo dell’editoria: «Se si fa informazione di valore in modo professionale, credo si possa avere un futuro nel business dei giornali: un futuro prospero, che è poi l’unico vero modo di salvaguardare l’indipendenza dei giornali». Come ha riportato La Stampa, Elkann non ha nascosto “il momento difficile per gli editori dei quotidiani, visto che le due principali fonti di ricavi, gli annunci pubblicitari e le vendite in edicola o gli abbonamenti, sono entrambi diminuiti significativamente in Italia negli ultimi dieci anni». Costituire il maggior agglomerato informativo è poi un risultato molto importante, con la consapevolezza del valore che ha sempre avuto il controllo dell’informazione, soprattutto in questo momento in cui il giornalismo serio rimane l’unica alternativa alla crescente disinformazione che circola su tanti social media.  “Credo che gli inserzionisti, in particolare le grandi aziende di beni di consumo, vorranno avere un controllo maggiore su dove andranno i loro annunci e di conseguenza vedremo una maggiore consapevolezza nella spesa pubblicitaria che dovrebbe avvantaggiare le società editoriali serie” ha ribadito Elkann, con chiaro riferimento a Gedi.  

Fra le news delle ultime ore va segnalato come Carlo De Benedetti abbia lasciato il suo incarico in Gedi. Dovrebbe dunque essere il figlio, Marco De Benedetti, alla presidenza di Gedi, il colosso dell'editoria nato dalla Fusione di Espresso/Repubblica e Itedi (La Stampa e Secolo XIX).