Brexit e Inflazione: Frena il settore dei servizi nell'UK

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Frena il PMI britannico dei servizi. E non è una frenata da poco, perché a rallentare è il settore centrale dell’economia britannica, che conta per circa l’80% del PIL del Regno Unito. Il “Services Purchasing Managers Index” è stato annunciato questa mattina daMarkit a 53,3, in calo dal precedente 54,5 e al di sotto delle aspettative che erano per una frenata, ma dalle proporzioni decisamente più contenute verso 54,1.

Pesano dunque le incertezze per l’avvio della Brexit, cosi come le spaccature con la Scozia, che vorrebbe indire al più presto un nuovo referendum. Ma ha inciso sul dato anche la frenata della spesa dei consumatori, determinata dalla crescente inflazione. Sui mercati la reazione non si è fatta attendere, con il pound che è sceso a 1,223 nei confronti del dollaro, con la soglia di 1,20 che si avvicina sempre di più. La sterlina ha perso terreno anche nei confronti dell’euro, con l’EUR/GBP che è tornato sopra quota 0,86. In altre parole una decina di giorni fa con una sterlina si ottenevano 1,19 euro, ora soltanto 1,162. Pertanto, nonostante la debolezza dell’euro contro il dollaro, la valuta più venduta sui mercati resta la sterlina, con un trend ancora impostato al ribasso per la valuta britannica. L’incertezza non aiuta e su Downing Street in queste settimane pare transitarne parecchia.

Chris Williamson, Chief Business Economist per IHS Markit, ha spiegato come questa sia la conferma di un’ulteriore rallentamento dell’attivita’ economica britannica, dopo l’espansione degli ultimi mesi del 2016: “A further slowdown in UK business activity growth in February adds to evidence that the economy has lost momentum after the impressive expansion seen at the end of last year. The PMI surveys are collectively signalling GDP growth of 0.4% in the first quarter. “Weaker consumer spending was a key cause of slower service sector growth, suggesting that household budgets are starting to crack under the strain of higher prices and weak wage growth. “The ongoing steep upturn in costs suggests that consumer price inflation has significantly further to rise, adding to our belief that inflation will breach 3% over the course of the next year”

È invece salito il PMI Italiano, che si è portato ai massimi da 13 mesi a 54,1, in rialzo rispetto al precedente 52,4, battendo le aspettative per 52,9. Il Pil su base annuale è stato invece ritoccato al ribasso, con un incremento dell’1% e non dell’1,1% come invece precedentemente ipotizzato. Confermata la crescita dello 0,2% nell’ultimo trimestre dell’anno. Il PMI dei servizi tedesco ha confermato le aspettative a 54,4, mentre quello francese si è attestato a 56,4.