La Bank of England e la Brexit

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La Banca Centrale Inglese ha mantenuto i tassi al minimo storico dello 0,25%, affermando, però, che potrebbero salire più in fretta del previsto nello scenario in cui venisse raggiunto un accordo sulla Brexit fra Gran Bretagna ed Europa. In sintesi una “smooth Brexit” (cioè una Brexit non troppo dura), potrebbe spingere la Bank of England a ritoccare i tassi più valocemente, mentre nel caso in cui il Regno Unito e l’Unione Europea terminassero i due anni di negoziazioni senza un accordo commerciale per il post Brexit, lo scenario sarebbe senz’altro differente. La Bank of England ha anche ripetuto il monito in merito al calo della domanda dei consumatori, in uno scenario in cui l’inflazione rende i cittadini meno propensi alla spesa

“Quest’anno sarà un tempo di sfide per i britannici” ha spiegato Mark Carney, governatore della Bank of England “i salari non sosterranno i prezzi”. L’Istituto Centrale ha anche ritoccato al ribasso le stime di crescita per il 2017, portandole all’1,95 dal precedente 2,0%. In leggero rialzo quelle per il 2018, attualmente all’1,7%, sempre su valori più bassi rispetto al 2,5 precedente alla Brexit. Sul fronte inflazione, la Bank of England prevede che la crescita dei prezzi raggiunga un picco verso la fine dell’anno appena sotto il 3%. Le mosse della banca centrale d’Inghilterra (ed il mantenimento dei tassi di interesse al minimo storico dello 0,25%) hanno indebolito la sterlina. A spingere al ribasso la sterlina sono stati anche i dati macroeconomici rilasciati dall’ONS britannico, non i primi negativi in questi ultimi mesi. Infatti, l’Istituto Statistico inglese ha rilevato in calo la produzione industriale britannica (-0,5% nel mese di marzo), ma frena anche il settore manifatturiero, che ha fatto registrare una contrazione dello 0,6%. Peggiora anche la bilancia commerciale britannica, al secondo dato peggiore di sempre, con un deficit di 13,44 miliardi nel settore commerciale (escludendo i servizi, dove il saldo risulta invece positivo). Lo scenario appare dunque intricato e la Bank od England ancora chiamata a svolgere un ruolo centrale per preservare il benessere economico britannico nelle complicate vicende della Brexit.