La questione catalana frena il cambio euro dollaro

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Sui mercati valutari l’incertezza la fa da padrone, come testimoniato dal cambio euro/dollaro, che si muove alla ricerca di una chiara direzione intorno a quota 1,18, dopo essere sceso verso 1,173 in settimana ed aver toccato dei massimi a 1,188. Gli operatori tornano a posizionarsi lunghi sul dollaro, con una sorta di carry trade favorevole alla valuta statunitense, per via dei tassi americani, che sono superiori di oltre un punto percentuale a quelli della BCE, fermi a zero da tempo. Sull’Europa, poi pesano anche le crescenti situazioni di incertezza politica, prima fra tutte quella catalana, che sta creando non pochi grattacapi al governo spagnolo, costretto ad invocare il temuto articolo 155. Ma pesa anche il voto austriaco, seguito di quello tedesco di alcune settimane fa, con la chiara avanzata dei partiti dell’ultradestra euroscettica. Nel week end anche la Repubblica Ceca si è mossa verso destra, confermado questo trend. 

Come può muoversi l'euro dollaro?

risk on risk off significatoCosa attendersi dai mercati valutari? La prima reazione potrebbe senz'altro essere quella di nuove vendite sull'euro, con la possibilità di vedere nuovamente il cambio euro/dollaro anche sotto 1,17.  Per i listini azionari potremmo dunque vedere uno scenario risk off, cioè meno propenso al rischio (l'opposto di risk on).

Occorre tuttavia comprendere cosa significherà realmente l'invocazione dell'articolo 155 per la Spagna, ossia se questa potrà essere una mossa verso la stabilizzazione politica del paese o se le proteste catalane continueranno a dominare la scena, in un quadro politico sempre più complesso che inizia ad avere inevitabilmente ripercussioni anche sull'euro.

Come più volte detto dal punto di vista tecnico per il cambio euro/dollaro la situazione si è indebolita nel mese di settembre con la rottura della trendline rialzista che ha accompagnato la salita della moneta unica da aprile. Nel giro di circa sei mesi il cambio fra euro e dollaro era infatti salito da 1,05 fino a sfiorare quota 1,21 per poi ritracciare nelle ultime settimane con gli operatori che sono tornati ad assumere posizioni lunghe sul dollaro, alleggerendo invece quelle sull'euro.