Negoziato Brexit - Juncker: "progressi non sufficienti"

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La Brexit non avanza. I negoziati fra Europa e Regno Unito, almeno per il momento restano alla prima fase, non ci sono i prerequisiti per passare allo stadio seguente dei negoziati Brexit. Nonostante le aperture della May nel discorso di Firenze, il presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker gela il Regno Unito: “Non sono stati compiuti i progressi necessari per proseguire con le fasi successive della negoziazione Brexit”. In estrema sintesi, sono passati sei mesi dall’invocazione dell’articolo 50 da parte della Gran Bretagna, con l’avvio formale della Brexit, ma l’Europa ancora non vede i progressi necessari per far avanzare i negoziati. La posizione europea resta ferma e chiara: non sono stati trattati in modo esauriente i diritti relativi ai cittadini UE nel Regno Unito e nemmeno gli obblighi finanziari britannici. Parimente la questione relativa al confine con l’Irlanda e la risoluzione delle controversie legali, non si è raggiunto l’accordo sul ruolo della Corte di Giusizia Europea.

La Brexit e l'economia del Regno Unito

JUNCKERNel frattempo l’economia britannica mostra chiari segnali di rallentamento, con il PIL che nei primi sei mesi dell’anno è salito di appena mezzo punto percentuale, ben meno delle precedenti stime governative che auspicavano una salita del pil prossima al 2% su base annuale. Il Pil britannico ha infatti mostrato un incremento dello 0,2% nel primo trimestre e dello 0,3% nel secondo trimestre, confermandosi al di sotto delle attese degli analisti, in parte anche per i timori legati alla Brexit che hanno rallentato l’economia inglese. Da segnalare anche il primo calo dell’immobiliare londinese dopo 8 anni di crescita continua (-0,6%) e la frenata del PMI del settore costruzioni, scivolato a 48,1 dal precedente 51,1. Si tratta di una frenata importante, anche perché il valore 50 rappresenta lo spartiacque fra espansione e contrazione del settore. La Brexit colpisce dunque anche il settore immobiliare. Sui mercati valutari la sterlina è tornata a perdere terreno dopo i progressi registrati nel mese di settembre. Il cambio fra il pound ed il dollaro è sceso sotto quota 1,33, mentre euro/sterlina ha riavvicinato 0,89, dopo essere sceso sotto quota 0,88 nella scorsa ottava. Il clima resta ancora teso, con la Brexit che pare destinata a portare nuova volatilità sui mercati finanziari.