Oro e Argento: il trend è ancora ribassista

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La discesa delle quotazioni dell’oro, per il momento, si è fermata a 1.205 dollari l’oncia, con il prezzo del lingotto che ha recuperato terreno riportandosi a 1.215 dollari l’oncia, dopo che nelle scorse settimane aveva ceduto la trendline rialzista di medio termine. Prova a risalire, dopo il crollo della settimana scorsa, anche l’argento, negoziato a 15,75 dollari l’oncia. La situazione, in particolare per il metallo grigio, è estremamente delicata. La settimana scorsa durante il flash crash dell’argento di venerdì notte le quotazioni hanno rotto al ribasso l’importante area supporto posizionata a 15,8-16 dollari l’oncia, scivolando fin verso i 14,35$ nel giro di minuti, dopo che una grande vendita aveva letteralmente fatto saltare gli stop loss, forando il book delle negoziazioni dell’argento. Va sottolineato come il CME, il mercato di riferimento per i futures, abbia spostato al rialzo l’asticella per gli ordini eseguiti sotto quota 15,54 (non cancellando gli ordini, ma spostandoli al rialzo, di fatto fissando l’esecuzione a quel prezzo per i contratti sul silver scambiati a prezzi inferiori). Tutto questo pochi giorni dopo il flash crash che ha coinvolto l’oro, seppur con percentuali di discesa decisamente più contenute (nonostante una maxivendita di 56 tonnellate di metallo giallo in appena un minuto).

Prezzo Oro e argento: le quotazioni ancora impostate al ribasso

oroIl quadro, per entrambi i preziosi, appare ancora delicato, con i timidi segnali di ripresa che ancora non demarcano un’inversione, ma rappresentano soltanto, almeno per il momento, un rimbalzo. Primo segnale di ripresa per l’oro sopra quota 1.225, con eventuale spazio verso i 1.240.Avremo invece un indicazione più robusta in caso di ritorno delle quotazioni dell’oro sopra quota 1.261-1,263. Decisamente negativo, invece, un nuovo riavvicinamento ai 1.200 dollari l’oncia. Per l’argento trend ancora marcatamente ribassista, con prima resistenza collocata sui 16 dollari l’oncia, anche se per un segnale più importante dovremo avere un ritorno dei prezzi almeno sopra i 16,20 dollari l’oncia.