La Brexit e le elezioni nel Regno Unito: clima sempre incandescente

Pubblicato in News

Brexit ed elezioni nel Regno Unito: il quadro politico resta teso - L’Europa e la Gran Bretagna continuano a discutere animatamente sul tema Brexit, proprio nei giorni in cui l’attentato di Manchester scuote nuovamente il Regno Unito. La posizione dei due fronti sul tema Brexit resta, infatti, decisamente lontana, con il Regno Unito che prova ad alzare i toni nella sfida all’Europa. Dapprima l'ex sindaco di Londra Boris Johnson e in seguito David Davis, segretario di stato hanno messo inbrexit chiaro come l'ipotesi di un abbandono delle trattative per la Brexit da parte del Regno Unito non sia così improbabile. Londra, in particolare, contesta l'ipotesi di una “final bill” per Brexit da 100 miliardi di euro (circa 86 miliardi di sterline) stando ai numeri riportati dal Financial Times. Prova invece ad abbassare i toni in questo acceso dibattito sulla Brexit Michel Barnier, responsabile dallo scorso dicembre per le negoziazioni sul lato UE. Il politico francese ha detto di non voler considerare l'ipotesi che il Regno Unito abbandoni le trattative. “No deal is not an option” ha spiegato Barnier, provando dunque a calmare i toni in questa escalation di tensione verbale degli ultimi giorni, verosimilmente dettata, almeno in parte, dalla campagna elettorale britannica, che spinge i conservatori britannici ad alzare il livello dello scontro con l’Europa, cercando una sorta di mandato dai cittadini britannici per poter abbandonare il tavolo della Brexit anche senza un deal.

Le elezioni nel Regno Unito - Al momento i sondaggi danno ancora in forte vantaggio il partito conservatore di Theresa May, anche se il centrosinistra guidato da Corbyn ha recuperato parte del ritardo e viene ancora segnalato in rimonta. Questo in particolare nelle ultime ore, sulla scia delle difficoltà della prima ministra legate alla “Dementia Tax” (tassa sulla demenza senile), che ha visto Theresa May theresa may jeremy corbyn  elezioni inglesicostretta a fare retromarcia, rinnegando in parte la riforma sociale che aveva presentato nel manifesto elettorale. Il dietrofront della May ha trovato ampio spazio sui media britannici, mentre sono montate le critiche da parte di tutte le opposizioni, capeggiate dal leader dei laburisti Corbyin. “Questo è il caos” ha attaccato Corbyn che ha aggiunto  “Non c'è nulla di forte e stabile nel programma dei Tories (…) I Conservatori non hanno spiegato ai milioni di persone che sono ora nella preoccupazione quale tipo di assistenza pubblica avranno in futuro”. La May, in Galles, ha provato, senza grande successo, a evitare le critiche e a riportare il tema del dibattito sulle vicende Brexit, visto il crescente consenso su questo punto. Tuttavia, però, ha dovuto rispondere alle critiche, soprattutto in merito all’inserimento di ticket per l’assistenza pubblica a domicilio per gli anziani che ne avessero bisogno per malattie di lungo termine. Gli attacchi sono arrivati anche dal centro, con il leader dei Liberal Democratici Tim Farron, che ha paragonato la situazione attuale con quella della poll tax, la contestata riforma fiscale che contribuì a determinare la caduta di Margaret Thatcher ad inizio anni Novanta. In sintesi le elezioni si avvicinano, ma il quadro resta complicato. Proprio come lo sono le negoziazioni per la Brexit, con Europa e Regno Unito sempre lontani sullo scenario commerciale post Brexit, anche perché l’UE chiede garanzie per gli Europei presenti nel Regno Unito prima di avviare le negoziazioni commerciali sulla brexit. L’opposto di quanto proponga Londra in questo dibattito sulla Brexit.