Nonostante i tagli la spesa pubblica continua a salire

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I tagli che hanno colpito negli ultimi anni tanti settori della spesa pubblica e inciso profondamente su milioni di italiani, non hanno fermato la crescita costante della spesa statale. Secondo un’elaborazione dei dati diffusa da Adnkrnonos la spesa complessiva dello Stato, in sette anni, è salita del 14,5% passando dai 524 miliardi di euro del 2008 a oltre i 600 miliardi del 2015. Dati preoccupanti perché dimostrano la difficoltà nel controllo della spesa pubblica. Infatti, se da un lato è stato consistente taglio delle uscite regionali, passato da 274,5 miliardi a 259,7 miliardi (-5,4%) e che ha interessato notevolmente il settore sanitario, sullo scenario degli enti e dei fondi, la spesa è lievitata di oltre 76 miliardi. Hanno ovviamente inciso la crisi e tutto il sistema previdenziale legato all’Inps.  I dati contenuti nella pubblicazione del ministero dell'Economia “La spesa regionalizzata”presentano appunto la voce “enti e fondi” che è passata da 137,9 a 199,5 miliardi (+44,7%). E’ invece cresciuta del 26,3% la spesa definita “non regionalizzabile”. Il dossier, curato dalla Ragioneria generale dello Stato, riporta la distribuzione geografica delle risorse erogate dal bilancio dello Stato e da fondi alimentati con risorse nazionali e comunitarie, e la loro distribuzione sul territorio. Tra i pagamenti complessivi, è cresciuta notevolmente la spesa corrente, passata da 463,1 a 555,1 miliardi (+19,9%); mentre la quota di spesa in conto capitale si è ridotta da 61 miliardi a 45,2 miliardi (-25,8%), fattore decisamente negativo. In calo anche la voce 'redditi da lavoro dipendente', grazie al blocco delle retribuzioni e del turn over: da 88 miliardi si è passati a 86,9 miliardi.  Un' ulteriore nota va poi ai trasferimenti a famiglie e imprese, che registrano una crescita straordinaria, passando da 4,6 miliardi a 19,3 miliardi (+321,7%), dato che andrebbe ulteriormente analizzato. I trasferimenti alle imprese crescono passando da 4,8 a 7 miliardi, (+46,4%).  L’analisi dei dati che forniscono la spesa corrente divisa tra le 20 regioni,  fa emergere che alle prime tre va oltre un terzo delle uscite totali (39,5%): su 240,3 miliardi  ben 39,3 vanno al Lazio (39,3 mld), 35,6 alla Lombardia e 20,2 alla Sicilia che precede la Campania (20,1 miliardi).