Euro/dollaro in bilico fra Trump e referendum italiano

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Gli analisti avevano previsto un indebolimento del dollaro in caso di vittoria di Trump, ma i mercati hanno smentito (per ora) queste previsioni, con il dollaro che ha chiuso la scorsa settimana ancora sotto quota 1,06 (1,0594 per l’esattezza), a circa 130 pips dai minimi degli ultimi 14 anni raggiunti nel marzo del 2015 a 1,046.

La luna di miele fra Trump ed i listini pare dunque proseguire ancora, così come l’attrazione, difficilmente spiegabile dal punto di vista razionale, se non con le aspettative sempre crescenti per l’ormai quasi certo rialzo dei tassi della Fed nel meeting di dicembre.

Tecnicamente il rapporto fra euro e dollaro rimane ancora all’interno dell’ampio trading range laterale che dura ormai da 18 mesi e che ha contenuto le quotazioni fra 1,05 e 1,15. Ci troviamo nella parte bassa del range e potremo avere un nuovo segnale di forza del dollaro in caso di violazione dell’area supporto 1,05 ed eventualmente dei minimi in area 1,046 del 2015.

Da segnalare come manchi ormai meno di una settimana al doppio appuntamento elettorale che vedrà impegnata l’Austria (chiamata alla rielezione del proprio presidente) e l’Italia, con un referendum costituzionale che ha assunto contorni politici, con la possibilità di una nuova crisi politica nel caso in cui l’ampio pacchetto d riforme proposte da Renzi venisse bocciato. Questo scenario di incertezza sta pesando come una spada di Damocle sul futuro dell’eurozona ed anche sulla moneta unica.